UAE Team Emirates, Mauro Gianetti fissa l’obiettivo: “Tadej ha l’età giusta e si è allenato alla grande, può fare doppietta Giro-Tour”

Tadej Pogacar ha dominato e ha vinto il Giro d’Italia 2024, ma il suo grande obiettivo è completo solo a metà. Dopo le fatiche delle tre settimane su e giù per l’Italia, il fuoriclasse sloveno si sta concedendo una settimana di riposo lontano dai media e dallo stress che indossare la Maglia Rosa per quasi tutte le tappe comporta, ma le fatiche non finiscono qui dato che il sogno, completare la doppietta Giro-Tour, si è realizzato solo a metà. Tra esattamente un mese, infatti, il 29 giugno, il 25enne sarà a Firenze sulla linea di partenza del Tour de France 2024, pronto a lottare per la vittoria e per entrare nell’olimpo, realizzando un’impresa riuscita l’ultima volta a Marco Pantani ben 26 anni fa, nel 1998.

Sin dall’annuncio dei percorsi di Giro e Tour, tutti in casa UAE Team Emirates hanno messo nel mirino l’idea di compiere questa accoppiata, in primis il team manager Mauro Gianetti che, al termine delle celebrazioni per la vittoria della Corsa Rosa, ha spiegato ai microfoni di Cyclingnews cosa vorrebbe dire per la squadra raggiungere questo obiettivo: “Siamo a metà strada, ora dobbiamo solo vincere il Tour… È una sfida enorme, lo sapevamo dall’inizio ma la nostra idea è che se non ci si prova non si può ottenere nulla. Quest’anno abbiamo impostato la doppietta Giro-Tour come obiettivo ed è quello su cui stiamo lavorando. Per ora tutto è andato secondo i piani, da martedì inizieremo a concentrarci sul Tour de France”.

Nonostante il nativo di Klanec sia ormai da anni uno dei più forti corridori al mondo, lui e la squadra hanno scelto questa stagione per tentare l’impresa a causa di tutta una serie di fattori, primi tra tutti l’età del corridore ed in secondo luogo anche il percorso del Giro: “Tadej ha l’età giusta per cercare la doppietta. E il percorso del Giro era perfetto, sicuramente non duro come le ultime edizioni. Quando abbiamo visto il percorso alla presentazione abbiamo detto: ‘Wow! Questo è l’anno in cui dobbiamo provarci!'”.

Riuscire nella doppietta richiede una preparazione specifica e maniacale, portando anche alla rinuncia a corse che negli anni scorsi lo stesso Pogacar aveva vinto, primo tra tutti il Giro delle Fiandre: “Sinora sta andando tutto bene – continua il team manager della formazione emiratina – Tadej è stato fantastico. Credo che tutti abbiano visto in queste ultime tre settimane che è in una forma eccezionale. Questo è perché ha lavorato in maniera seria e intensa dall’inizio della stagione […] Lo abbiamo lasciato lavorare tranquillo quest’inverno ma nel modo giusto, in maniera specifica per le corse a tappe. Era ovvio che se avesse corso di nuovo le classiche avrebbe dovuto correre di più e allenarsi in modo diverso. Invece si è concentrato nel prepararsi per le corse a tappe, nello specifico Giro e Tour. Grazie a questo abbiamo visto un’evoluzione nel suo corpo e nei suoi numeri. Stiamo monitorando tutti i suoi parametri e tutto va alla grande, anche meglio delle nostre aspettative. È fantastico da vedere”.

Le tre settimane appena trascorse sono state sicuramente intense per Pogacar, che ha dovuto sopportare inevitabilmente anche gli impegni che indossare la Maglia Rosa comporta, ma con il passare dei giorni e con l’aumentare dell’affetto dei tifosi italiani, questo stress si è trasformato in ulteriore energia, così come dimostrato in sella.

Se vuoi essere ricordato per sempre nel ciclismo, devi vincere il Giro, devi indossare la Maglia Rosa ed esserne orgoglioso – conclude Gianetti – Vincere il Giro è importante per Tadej, per tutta la nostra squadra e per il nostro progetto di promozione del ciclismo e della vita sana. Tutti possiamo vedere quanto gli italiani amano il Giro, ma credo anche che abbiamo visto quanto Tadej aiuti il Giro a diventare internazionale. Non è solo un corridore fortissimo e incredibile, è una star internazionale. Credo che il Giro d’Italia sia contento di avere Tadej come vincitore. Si era impegnato a vincere tappe e corsa e così ha fatto. Siamo tutti felici ed orgogliosi di lui. È una persona molto tranquilla, e questo è uno dei suoi segreti. Durante la prima settimana doveva capire come funziona il Giro e il suo ruolo chiave nella corsa di quest’anno, ma è sempre stato rilassato e ha avuto fiducia nella squadra. Quando Tadej si sente bene, tutto è ok. Abbiamo vinto il Giro, ora siamo pronti ad affrontare il Tour“.

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